Quando si affronta la fatturazione da libero professionista, tra gli argomenti da masticare (e da digerire), si trova anche l’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto. Anche usando un programma di fatturazione, che facilita molto le operazioni, occorre comunque conoscere questa tassa e saperla applicare.
L’applicazione dell’IVA
Innanzitutto, l’IVA è un’imposta indiretta, applicata sulla cessione beni o sulle prestazioni di servizi; essa si ritrova in ogni paese dell’Unione Europea. Inoltre, questa tassa viene applicata sulle transazioni compiute da titolari di partita IVA, ha validità nel territorio del paese di riferimento e non grava sull’esercente o sul professionista, bensì sul consumatore finale. Per questo motivo, per il titolare, l’IVA non rappresenta né un costo, né un ricavo, bensì ha una valenza neutra. Nonostante ciò essa deve essere assolutamente applicata al momento della fatturazione. Tale applicazione è vincolata, però, a dei presupposti che si devono verificare. Il primo è quello oggettivo, in quanto prevede che ci sia un oggetto in gioco, ovvero una prestazione di servizi o una concessione di bene. Il secondo è quello soggettivo, che pretende che ci sia un soggetto che compie la transazione, come una società, un imprenditore o un professionista (non un privato). Il terzo presupposto, definito territoriale, valuta che la transazione sia avvenuta nel paese di riferimento. Tra le caratteristiche che distinguono l’IVA da altre imposte, compare il fatto di essere indiretta, che significa che viene applicata su manifestazioni di reddito derivate da atti di consumo e scambio; in secondo luogo, è generale perché colpisce tutti i contribuenti. Poi, è proporzionale, in quanto si calcola in base a delle aliquote fisse. Ma soprattutto, l’IVA comporta obblighi amministrativi, quali la fatturazione. In base, poi, all’IVA si suddividono due tipologie di operazione commerciale. Una è quella non fatturabile e non soggetta ad IVA, in quanto mancano uno o più dei presupposti sopracitati. L’altra tipologia, invece, è soggetta a IVA e si suddivide in tre sottocategorie: operazioni commerciali imponibili, non imponibili ed esenti. Le prime sono quelle tradizionali in cui occorre calcolare l’IVA in base alle diverse aliquote. Le ultime sono sì esenti dal calcolo dell’imposta, ma se il cliente lo richiede è necessario emettere fattura, magari aiutandosi con un programma di fatturazione.
Programma di fatturazione: come gestisce il calcolo dell’IVA
Per vedere come si calcola l’IVA, occorre precisare quale sia la base imponibile su cui si applica l’imposta; questa base, infatti, è rappresentata dall’ammontare che il cliente deve pagare al professionista, che comprende gli le spese e gli oneri accessori. In altre parole, la base imponibile comprende il prezzo del servizio, a cui aggiungere altre spese accessorie, ma al netto degli sconti. Non bisogna comprendere nel calcolo, invece, i ritardi dei pagamenti e i relativi interessi di mora, nonché le dilazioni concordate di pagamento. Una volta determinata la base imponibile, l’IVA si calcola in modo percentuale, facendo attenzione al fatto che ogni categoria di merce ha una diversa aliquota. Sebbene un programma di fatturazione sia in grado di fare il calcolo esatto delle percentuali, questi valori devono essere inseriti dall’utente nel modo corretto. I software, inoltre, risultano molto utili nell’arrotondare al centesimo di euro le cifre ottenute, così come richiesto dalla norma vigente in materia.