Non tutti i liberi professionisti sono tenuti a iscriversi a un ordine professionale di appartenenza, ma molte professioni sono regolamentate in questo modo. Un esempio banalissimo? Il medico per esercitare deve essere iscritto all’ordine dei Medici e Chirurghi, suddiviso in diversi albi. Lo stesso discorso vale per gli ingegneri, gli avvocati e molti altri. Nel momento in cui si fattura con un programma di fatturazione, l’appartenere o meno a un ordine professionale incide nella specifica di alcuni dettagli di carattere fiscale.
Che cos’è un ordine professionale
Probabilmente i liberi professionisti sanno cosa sia un ordine professionale, per lo meno quelli che vi appartengono, ma non è detto. Si tratta di un’istituzione di autogoverno riconosciuta dalla legge; il fine è di garantire la qualità dei servizi prestati dai professionisti. In Italia, gli ordini prendono la forma di enti pubblici autonomi, che fanno capo al Ministero della Giustizia. I loro compiti principali sono di garantire il rispetto dei codici deontologici delle professioni e di tenere aggiornati gli albi professionali. Questi ultimi non sono altro che dei registri in cui si iscrivono i professionisti che vogliono esercitare la propria professione; l’iscrizione è vincolata a una serie fasi preliminari, tra cui molto spesso compare l’esame di stato. Senza tale iscrizione, l’esercizio di una determinata professione risulta illegale. Basta ricordare ai professionisti che l’esercizio abusivo di una professione è un reato punibile con una multa di 100/500 euro e un periodo di reclusione che può arrivare ai sei mesi. Per quanto riguarda la materia fiscale, e nello specifico la fatturazione, l’appartenere a un ordine professionale comporta alcune variazioni nell’emissione di una fattura.
Programma di fatturazione: come gestire l’appartenenza a un ordine
Con un programma di fatturazione come PIFatt Professional, gestire la questione fiscale legata all’appartenenza a un ordine professionale è davvero facile e intuitivo. Innanzitutto, il menù nel quale operare è uno solo e il procedimento deve essere svolto una volta sola al primo avvio del software. Dunque, una volta aperto il programma per la prima volta, i primi da passi da compiere sono nel menù Imposta; qui, occorre inserire i propri dati identificativi e fiscali, come nome o ragione sociale, il numero di partita IVA, l’indirizzo, il codice fiscale e così via. A questo dati occorre aggiungere una specificazione solo se si è iscritti a un ordine professionale; quindi, nel riquadro apposito bisogna indicare l’ordine di appartenenza e la relativa modalità di versamento dei contributi, ovvero, l’ente di riscossione incaricato dall’ordine regionale. Ciò avviene perché, come anticipato, l’iscrizione a un albo professionale comporta il sottostare a una certa regolamentazione comunitaria, le cui specifiche si differenziano in base alla regione in cui si è iscritti. Ogni ordine, infatti, ha delle sottocategorie locali, suddivise per regioni. In prima istanza, il libero professionista deve dar conto al suo ordine professionale regionale. Dunque, per gli iscritti a un albo professionale, il versamento dei contributi è legato alle direttive dell’ordine regionale di appartenenza. Quale che sia l’ente di riscossione dell’utente, PIFatt Professional riporta in ogni documento creato i dati inseriti inizialmente nel menù Imposta.